

di Gianni Lannes
Invece di bonificare e pagare gli oneri di smaltimento di un impianto decrepito, hanno alzato la posta con un progetto di riqualificazione mascherata. Se la fattibilità dell’intervento è incompleta, allora la centrale di liquefazione del gas è una gigantesca truffa?

Cosa contiene il sottosuolo (un’area di 4 ettari) della Fox Petroli di Pesaro? Idrocarburi, metalli pesanti o cos’altro? La falda acquifera è stata inquinata? Com’è possibile che il ministero dell’Ambiente abbia dato il via libera sulla base di analisi di private relative all’anno 2001? Perché l’Arpam non ha effettuato approfonditi controlli in questo sito industriale? Perché l’oleodotto collegato al porto dopo dopo 18 anni di inattività e corrosione non è stato smantellato?
L’ennesima sorpresa è il cosiddetto “Piano preliminare di utilizzazione terre e rocce da scavo e gestione rifiuti”, con “Annesso 1: risultati campionamenti ambientali” effettuati dalla Fox Petroli. A dir poco inquietante: il documento, o meglio l’anello debole, su cui poggia tutta la pratica speculativa risale addirittura all’anno 2001, ed è stato elaborato dal compiacente Laboratorio Analisi LAM s.r.l. per casa Berloni.
Gli speculatori non si sono presi la briga neanche di fornire dati aggiornati pur di velocizzare l’andazzo. A proposito: dov’è la V.A.S.?
Non è tutto: i certificati 1113/A e 1113/B datati 26 giugno 2001, hanno il seguente oggetto: “Terreni contaminati da prodotti petroliferi”. Fino a 10 metri di profondità oltre a tutta la famiglia degli idrocarburi (leggeri e pesanti) nonché aromatici con i famigerati benzene, toluene, xilene e così via, giace anche il piombo. Comunque per gli ignari: il limite biologico è Mac zero, ovvero assenza di inquinamento. In ogni caso, come si fa ad accettare per buone carte datate a un quarto di secolo prima?
Per quale ragione la Fox Petroli pretende un ampio specchio acqueo portuale per consentire l’ingresso di navi più lunghe di un campo di calcio? Come mai stati elusi tutti i vincoli ambientali, inclusi quelli del Parco Caprilino? E ancora: perché sul portale ministeriale mancano ben 40 allegati e figura solo il frontespizio dei documenti? E così via.


A fronte del gravissimo degrado ambientale dell’area, a quando un sequestro giudiziario ed una messa in sicurezza in vista della totale bonifica a spese dei Berloni? Infine, questi padroncini chi credono di intimorire con liti temerarie veicolate da richieste milionarie?

Riferimenti:
https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Info/9384
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