di Gianni Lannes

Italia – foto Gianni Lannes
Governo del popolo? Demos (popolo) e kratos (potere). La democrazia è il sistema politico dove il governo è aperto a tutti. Infatti, in teoria (da Erodoto a Cicerone, da Montesquieu a Tocqueville, da Brecht a Orwell, da Arendt a Bobbio) è un modello politico che aspira all’uguaglianza, al dialogo, all’esercizio dei diritti di ciascuno e di tutti. Oggi l’incompiuta democrazia è passata direttamente alla tecnocrazia, con politicanti (eterodiretti) che prendono ordini dalla perversa economia.
La pedagogia doveva essere strumento di affermazione e consolidamento della democrazia nei paesi che si erano facilmente messi nelle grinfie di dittature totalitarie con il consenso di maggioranza della popolazione, adusa a perseverare in atteggiamenti di passiva e acritica sottomissione (Germania), o di scettica sfiducia (Italia) nei confronti dello Stato.
Dalla seconda metà del XX secolo, la democrazia è parola che si è impadronita del lessico politicante. Essa costituisce la categoria basilare su cui si collocano e a cui si confrontano le nostre azioni, relazioni e pensieri pubblici. L’uso intensivo ed estensivo del termine è giunto al punto che la democrazia si è trasformata in un concetto idolatrico omnicomprensivo, sintesi di tutte le cose buone e belle che riguardano la vita statale, della società e perfino della famiglia e degli individui tra loro.
Per la prima volta nella storia dell’umanità, dopo la sconfitta delle dittature nella seconda guerra mondiale, la democrazia riceveva il riconoscimento di unica definizione ideale di tutti i sistemi di organizzazione politica e sociale, ma ha tradito tutte le aspettative. Conta sempre e solo il dominio e lo sfruttamento del prossimo?
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