QUANDO MELONI E LA RUSSA TENTARONO DI DEPISTARE LA VERITA’ SULLA STRAGE DI BOLOGNA

di Gianni Lannes Ne hanno fatta di strada gli eredi tricolore del fascismo, sdoganati da Silvio Berlusconi (tessera P2 numero 1816) quando correva l’anno 1994, poco dopo l’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Nel 2007, addirittura, Giorgia Meloni e Benito Ignazio La Russa (noto collezionista di busti mussoliniani assiso sul cadreghino apicale del Senato…

di Gianni Lannes

Ne hanno fatta di strada gli eredi tricolore del fascismo, sdoganati da Silvio Berlusconi (tessera P2 numero 1816) quando correva l’anno 1994, poco dopo l’assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Nel 2007, addirittura, Giorgia Meloni e Benito Ignazio La Russa (noto collezionista di busti mussoliniani assiso sul cadreghino apicale del Senato repubblicano) provarono ad inquinare la verità giudiziaria, insinuando il falso in un atto parlamentare, tentando di depistare proprio in Parlamento la responsabilità acclarata (in Cassazione) degli esecutori materiali della strage di Bologna (2 agosto 1980), a partire da Mambro e Fioravanti, incredibilmente liberi nonostante una serie cospicua di condanne all’ergastolo e pene detentive per complessivi 193 anni di reclusione cadauno. La Meloni ed altri camerati in un’altra iniziativa parlamentare avevano già messo nero su bianco che “la verità sulla strage di Ustica non si sarebbe mai saputa” (Proposta di legge numero 1971 del 20 gennaio 2014).

E poi, sulla scena si palesò l’immancabile picconatore, già passato alla storia per la strage di Ustica. Infatti l’ 8 luglio 2008 sul Corriere della Sera sono state pubblicate delle affermazioni del Presidente emerito della Repubblica, concernenti la strage alla stazione ferroviaria di Bologna nel 1980, nelle quali viene addirittura ipotizzato il diretto coinvolgimento della resistenza palestinese nel brutale attentato e l’emanazione di una sentenza sostanzialmente strumentale ed ideologicamente determinata nei confronti dei terroristi Mambro e Fioravanti. Considerata l’autorevolezza della fonte, confortata anche da tante altre menzogne disseminate nella storia italiana, si cpmprende perché stragisti incalliti siano a piede libero nel Belpaese.

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  1. BOLOGNA: STRAGISTI NEOFASCISTI LIBERI! – Gianni Lannes

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