di Gianni Lannes
Verità sepolte dai segreti di Stato. Accade in Italia. Lavoratori del mare: assassinati dalla guerra in tempo di pace. Tragedie rubricate erroneamente come incidenti; però si tratta di stragi militari. Gli anni Ottanta sono a dir poco tragici per la marineria italiana. Il 14 ottobre 1978 viene inabissata a largo di Martinsicuro la motobarca Francesco Padre. Il 15 giugno 1981 viene colpito e affondato il peschereccio Ben-Hur nei pressi di Pantelleria. Il 2 marzo 1982 viene trasconato sul fondo il peschereccio Agostino Padre a largo di Trapani. Il 27 marzo 1982 cola a picco il motopesca Prudentia di Mazara del Vallo. Il 5 aprile 1982 va a fondo l’Angelo Padre al traverso di Giulianova nell’Adriatico. Il 16 febbraio 1987 viene squarciato il Massimo Garau nel Canale di Sicilia.
Da sempre, a fronte di una litania stragistica, i governi tricolore si trincerano nel silenzio avallando l’impunità con l’omertà.
Che effetto ha su un peschereccio il trascinamento in fondo al mare da parte di un sommergibile o sottomarino?
Che tipo di battelli transitavano e albergano nei mari italiani? Quali sono le velocità di navigazione in immersione? Che procedure si applicano a bordo di questi mezzi sommersi in simili casi? Quali sono i sistemi di rilevamento?
A bordo di un sommergibile o sottomarino, si cerca di prevedere ed evitare incidenti del genere, oppure, come attestano le cronache inesplorate semplicemente si tira dritto evitando il soccorso?
Un sottomarino nucleare o diesel, alleato o meno, è rilevato, seguito, tracciato dalla Marina Militare italiana? Esisteva negli anni ’80 un ente di controllo delle acque territoriali per l’individuazione di battelli alleati o meno? E oggi qual è la situazione?
Riferimenti:
Gianni Lannes, Nato colpito e affondato, La Meridiana, Molfetta, 2009.
https://www.lameridiana.it/nato-colpito-e-affondato.html
Gianni Lannes 
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