IL VASO DI PANDORA

di Gianni Lannes Strage di Ustica: 81 vittime il 27 giugno 1980. Chi è stato? La giustizia penale dopo 45 anni non ha fatto giustizia e l’assassinio di 81 persone, senza contare i testimoni scomodi eliminati nel tempo, rimane ufficialmente senza colpevoli. Come quasi tutte le stragi avvenute in Italia, “compiute da ignoti”. Di che…

di Gianni Lannes

Strage di Ustica: 81 vittime il 27 giugno 1980. Chi è stato? La giustizia penale dopo 45 anni non ha fatto giustizia e l’assassinio di 81 persone, senza contare i testimoni scomodi eliminati nel tempo, rimane ufficialmente senza colpevoli. Come quasi tutte le stragi avvenute in Italia, “compiute da ignoti”.

Di che nazionalità erano gli aerei militari in volo quella sera nel Tirreno? Quali erano l’obiettivo reale e lo scopo della loro missione?

Perché sul piano giudiziario ovvero penale non è stata appurata la verità? Che cosa l’ha ostacolata e perché? L’evidente, dimostrato e costante depistaggio sin dal principio evidenzia la presenza di una regia occulta. Per quale motivo? Che cosa ha impedito o che cosa c’è dietro questo alone di opacità che perdura dopo quasi mezzo secolo? Perché quella verità è ancora istituzionalmente indicibile?

Perché nel 1998 l’allora Presidente del Consiglio Romano Prodi oppone il segreto di Stato alla richiesta di informazioni – relative alla strage di Ustica – del giudice istruttore Rosario Priore, sui rapporti tra Italia e Israele?

Il segreto è la parola più appropriata, una scelta ben precisa, un esito voluto, per convenienza interna e per tutela di interessi internazionali. La verità è stata negata volutamente: perché lo si voleva. Vale a dire: la sua rivelazione avrebbe compromesso gli equilibri geopolitici nell’area del rischio (Mediterraneo) e generato gravi conseguenze sia in Italia sia tra gli alleati. Era un diktat: le autorità ai massimi livelli politici di ogni grado e livello militare, hanno deciso di comune accordo da subito, poiché avevano volutamente “sacrificato” la vita di 81 persone tra cui 13 bambini a bordo del Dc 9 Itavia, pur di salvaguardare affari in petroldollari, di omettere e tacere, praticando una sorta di ostruzionismo continuo e diffuso, sconfinato nell’insabbiamento perpetuo e nell’eliminazione delle prove. Non ultima la scomparsa al Ministero dei Trasporti di tutta la documentazione. Le responsabilità di questa scelta consapevole che perdura e non fa differenze tra schieramenti partitici, non sono solo internazionali ma anche di tutti i governi italiani dal 1980 al 2025. E il ritrovamento di un caccia targato Tel Aviv sulle colline calabresi, fatto fulmineamente sparire e sostituito il 18 luglio 1980 con un Mig 23 (“libico”), con il pilotato dalla CIA e dal Sios Aeronautica di nasconderne le vere cause e la data reale dell’abbattimento, non fa che confermarlo (il gioco delle tre carte evocato da Spadolini). Il tutto si traduce a rigor di logica nell’interesse a indirizzare le indagini giudiziarie (scippate al pm di Palermo Guarino ed elargite al giudice Santacroce a Roma; infine premiato con la promozione alla presidenza di una sezione della Cassazione) verso un nulla di fatto. Lasciando conseguentemente, senza risposte le nostre due iniziali domande.

La strage di Ustica è un vaso di Pandora. Non fu scoperchiato di comune accordo con i paesi alleati: USA, Francia e Israele, accettando qualunque compromesso. Se aperto avrebbe avuto ripercussioni incalcolabili interne, ossia sul nostro assetto politico e sulla nostra società. L’accaduto, un’operazione di guerra in tempo di pace in cui erano coinvolti direttamente Stati alleati nei cieli di un Paese sovrano, ma soprattutto il tentativo di coprirla, se ammesso, avrebbe prodotto una reazione fortissima in ambito politico e sociale nel nostro Paese. Se ne deduce che non si è trattato dell’impossibilità politica di far valere in ambito Nato e diplomatico le nostre ragioni e il diritto di ottenere verità e giustizia, quanto invece di una posizione rinunciataria voluta e perseguita costantemente per tutelare interessi inconfessabili.

Ad abbattere “per errore” il Dc9 dell’Itavia sarebbe stato un aereo militare israeliano che volava per ordone del lrpemier Menachem Begin, in graan segreto senza farsi identificare. L’obiettivo della sua squadriglia sarebbe stato un altro: un aereo civile francese con un carico di uranio arricchito destonato al programma nucleare iracheno. Due giorni prima. Il 25 giugno, c’era stato un primo volo decollato da Marsiglia con un carico di uranio. Gli israeliani si attendevano un secondo volo per Baghad, previsto per il 27 giugno, in previsione l’indomani di un’ispezione Iaea. Il governo Cossiga pur sapendo usò il volo italiano come specchietto per le allodole.. Nessuno a bordo del volo IH870 doveva salvarsi e, infatti, i soccorsi furono notevolmente ritardati.

Riferimenti:

Risposte a “IL VASO DI PANDORA”

  1. STRAGE DI USTICA: IL GOVERNO MELONI OCCULTA LA VERITA’ – Gianni Lannes

    […] IL VASO DI PANDORA […]

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    1. sulatestaitalia

      Grazie!

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  2. UN POPOLO SENZA MEMORIA NON HA FUTURO! – Gianni Lannes
  3. SOTTO LE BOMBE! – Gianni Lannes

    […] QUANDO ISRAELE E USA VENDEVANO ARMI ALL’IRAN… ISRAELE: L’ARSENALE NUCLEARE Strage di Ustica: i segreti di Stati alleati IL VASO DI PANDORA […]

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