BAMBINI: DEPORTATI DAL TRIBUNALE DELL’AQUILA!

di Gianni Lannes Accade in Italia. Il Tribunale per i minorenni dell’Aquila, ovvero dei giudici in base a palesi falsità dei servizi sociali, ha ordinato di allontanare ovvero strappare alla famiglia d’origine, una bambina di otto anni e due fratellini di 6 anni, rei di vivere in una casa nel bosco del quieto Abruzzo. I…

di Gianni Lannes

Accade in Italia. Il Tribunale per i minorenni dell’Aquila, ovvero dei giudici in base a palesi falsità dei servizi sociali, ha ordinato di allontanare ovvero strappare alla famiglia d’origine, una bambina di otto anni e due fratellini di 6 anni, rei di vivere in una casa nel bosco del quieto Abruzzo.

I genitori dei piccoli, vale a dire a madre e padre di origine anglo-australiana, sono colpevoli, ma di cosa? Secondo l’aberrante ordinanza non suffragata da prove e riscontri oggettivi, è necessario allontanare i minori dall’abitazione familiare, “in considerazione del pericolo per l’integrità fisica derivante dalla condizione abitativa, nonché dal rifiuto da parte dei genitori di consentire le verifiche e i trattamenti sanitari obbligatori per legge”. Le modalità di esecuzione di allontamento dei tre minori sono state ispirate dalla Gestapo? Il prelevamento coercitivo di tre bambini non è forse una grave e ingiustificabile forma di violenza dello Stato tricolore, o meglio un trauma su indifesi esseri umani?

Non è l’unico caso. Proprio l’ Italia vanta un accanimento che si traduce in primato in Europa: sono almeno 40 mila e più (i dati ufficiali sono nebulosi da sempre), i minori allontanati dai propri cari, deportati e costretti a vivere in strutture micromanicomiali, definite impropriamente “case-famiglia” che hanno preso il posto degli orfanotrofi. Sovente nei consigli di amministrazione – come evidenziato in una passata inchiesta giornalistica – a presiedere tali sodalizi affaristici che usufruiscono di finanziamenti pubblici, si trovano proprio taluni magistrati, come denunciato invano qualche lustro fa al Csm. Insomma, la violenza istituzionale, si accanisce sempre sui più deboli e indifesi, su chi non ha voce. Esattamente il contrario di uno Stato di diritto: a maggior ragione se l’inquilina di Palazzo Chigi non presenta annualmente al Parlamento, il relativo rapporto inerente la violenza sui minori. Giorgia Meloni da quando ha assunto la carica di primo ministro, ossia il 22 ottobre dell’anno 2022, ha così tanto a cuore l’infanzia che agli atti ufficiali è totalitariamente o totalmente inadempiente.

Riferimenti:

https://www.rainews.it/articoli/2025/11/famiglia-che-vive-nel-bosco-in-abruzzo-il-giudice-allontana-i-3-figli–68f24e18-9a59-4063-8d17-6be6157eb54b.html

Gianni Lannes, Bambini a perdere, Pellegrini editore, Cosenza, 2016.

https://www.pellegrinieditore.it/bambini-a-perdere

https://www.minori.gov.it/it/ricerca-guidata?f%5B0%5D=field_attivita%3A1310

Post scriptum

Col codice di procedura penale minorile, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 448 del 1988, e le relative norme di attuazione, di cui al decreto legislativo n. 272 del 1989, la giustizia minorile ha realmente acquisito quel carattere di specialità e di attenzione ai bisogni educativi del minore che era l’obiettivo insito nella nascita dei tribunali per i minorenni, di cui al regio decreto-legge 20 luglio 1934, numero 1404?

Nel quadro di sintesi riportato emergono: il trasferimento coattivo dei tre minori presso una comunità; la condotta della psicologa del consultorio, basata su valutazioni fondate su pregiudizi, opinioni o su teorie di dubbia validità; il prelievo forzoso dei minori nelle more del provvedimento del giudice minorile; la carenza procedimentale e istruttoria.

Oggi, troppo spesso l’autorità giudiziaria minorile assume decisioni al di fuori di ogni ragionevole bilanciamento delle posizioni giuridiche rilevanti dei genitori.

Attualmente sono 18.304 i minori in comunità, un dato al netto dei minori stranieri non accompagnati (Msna) la cui incidenza sugli accolti è pari al 29,6 per cento. (Quaderno della ricerca sociale n. 6 – dati SIOSS/2023).

Alla luce dei fatti l’allontanamento coatto dei minori dai genitori naturali e il loro collocamento presso comunità, che registrano introiti da 100 a 300 euro al giorno, è in linea con le convenzioni internazionali?

Possono essere ammessi prelievi forzosi, senza il fondamentale ascolto dei minori?

Il Tribunale per i minorenni può accogliere e valutare come elementi di prova inconfutabili le relazioni di parte dei servizi sociali?

Può essere «definita e misurata» l’idoneità genitoriale e costituire elemento di giudizio?

Quanto costa allo Stato in termini di risorse e ai bambini secondo la misura del danno, questo sistema di tutela sbilanciato e poco chiaro per coinvolgimento di vite e di figure professionali affidatarie del potere esclusivo di indagine?

Perché in Italia non viene garantito il pieno rispetto del diritto del minore a vivere presso la propria famiglia quando idonea?

La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’Adolescenza ha istituito un «Comitato sui diritti dell’infanzia», organo indipendente col compito di esaminare i progressi compiuti dagli Stati nell’attuazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti nel proprio territorio e di proporre misure di miglioramento.

Il Comitato ONU emana inoltre periodicamente l’interpretazione del contenuto della Convenzione nella forma di Commenti Generali.

Lo scopo dei Commenti Generali è quello di assistere gli Stati parti nel compimento dei loro obblighi sanciti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e di sostenere le organizzazioni internazionali e le agenzie specializzate nel conseguire la piena realizzazione dei diritti riconosciuti nella Convenzione.

Il 22 agosto 2023 il Comitato ha approvato il Commento generale numero 26 che, al punto 35, afferma: «i bambini devono essere protetti da ogni forma di violenza fisica e psicologica e dall’esposizione alla violenza».

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