
di Gianni Lannes
In che consiste l’eredità di Pasolini? Sicuramente nella capacità di interrogarci con senso critico su ciò che avviene intorno a noi, a partire dalle distrazioni di massa orchestrate dal sistema di dominio dell’umanità.
Allora, pochissimi sanno che l’Italia ospita da nord a sud (isole comprese) – per conto della Nato – un arsenale nucleare costituito in prevalenza da bombe d’aereo, modello B61, versione 12, targate United States of Americae che i piloti tricolore (a bordo di Tornado e cacciabombardieri a portata nucleare F-35) si addestrano alla guerra atomica.
Un conflitto nucleare potrebbe innescare un’ecatombe da fine del mondo. Invece di aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw), addirittura Trump annuncia in pompa magna la ripresa dei test nucleari, quelli che a partire dagli anni ’40 del secolo scorso, hanno inquinato l’atmosfera ed il globo terrestre, inclusi oceani e mari, innescando un mutamento climatico, di cui gli esperti prezzolati del potere non parlano mai. E Giorgia Meloni che fa? Come al solito si accoda allo zio Sam.
Dietro la ripresa dei test s’annida un carico reale di distruzione ambientale e sanitaria. Infatti, le esplosioni nucleari anche se sotterranee o “controllate” rilasciano radioattività, contaminano falde, creano effetti che superano i confini nazionali e temporali. A partire da Hiroshima e Nagasaki, le comunità che hanno vissuto quella terribile esperienza lo hanno appreso sulla propria vita a perdere: malattie, infertilità, malformazioni, acqua e terra inquinata per millenni.
Il mondo imbottito di armi atomiche: Usa, Russia, Cina, Francia, Regno Unito, Israele, Pakistan, Corea del Nord e India stanno investendo ingenti risorse economiche per modeerrnizzare i propri arsenali di morte.
Seguitare – come l’Italia meloniana (votata da una striminziata minoranza di elettori) – a partecipare ad addestramenti e pianificazioni atomiche anche sul proprio territorio nazionale, mentre si parla, o meglio blatera di difesa europea e si corre al massiccio riarmo bellico sottraendo risorse nazionali alla sanità pubblica e all’istruzione smantellando lo Stato sociale (Welfare State), è una contraddizione che mina per sempre la credibilità delle istituzioni e allontana a dismisura la pace.
Riferimenti:
Gianni Lannes, Italia USA e getta, Arianna editrice, Bologna, 2014.
Lascia un commento