
di Gianni Lannes
Bentornati in Italia, dove pascola un elettorato lamentoso e tutt’al più belante. Il dato fondamentale delle elezioni regionali nelle Marche, conferma: metà degli aventi diritto al voto ha preferito restare a casa. Numeri e conti alla mano: il candidato cooptato dalle sorelle Meloni è stato votato da una minoranza passiva che ubbidisce agli ordini di scuderia.
Il punto cruciale è che i partiti politici hanno perso da tempo il contatto con la realtà e con la popolazione.
Prendiamo a caso, un tema di cogente attualità: le armi chimiche affondate nel 1944 dalle truppe naziste dinanzi a Pesaro fino a Fano, Gabicce e Cattolica, a tutt’oggi ancora sott’acqua da allora, con conseguenze ambientali disastrose per la salute dell’ecosistema marino ed umano. Interpellato a più riprese sull’esplosivo argomento Acquaroli non si è mai fatto vivo, al pari di tutti i consiglieri di minoranza del centro-sinistra.
In base ai fatti: i candidati prescelti sono imposti dall’alto delle segreterie d’appartenenza.
Ultima considerazione: la democrazia in uno Stato di diritto non si esaurisce in un appuntamento periodico alle urne, ma in attiva partecipazione politica e sociale.
Lascia un commento