CACCIA BOMBARDIERI NUCLEARI IN SICILIA!

di Gianni Lannes Lo scorso luglio, il Ministro della difesa Crosetto ha annunciato che la Sicilia sarà il primo luogo al di fuori degli Stati Uniti d’America in cui verranno formati i piloti dei cacciabombardieri a capacità nucleare F-35. A tale annuncio è seguita la conferma del presidente della Commissione difesa della Camera dei deputati,…

di Gianni Lannes

Lo scorso luglio, il Ministro della difesa Crosetto ha annunciato che la Sicilia sarà il primo luogo al di fuori degli Stati Uniti d’America in cui verranno formati i piloti dei cacciabombardieri a capacità nucleare F-35.

A tale annuncio è seguita la conferma del presidente della Commissione difesa della Camera dei deputati, onorevole Nino Minardo, che ha dichiarato la nascita a Trapani-Birgi di un nuovo polo di addestramento globale dei caccia F-35, struttura gemella di quella già operativa presso la Luke air force base in Arizona. Nella stessa occasione, è stato precisato che i lavori inizieranno nella primavera del 2026 e si concluderanno entro la primavera del 2028, con significative ricadute economiche per la Sicilia e un indotto che coinvolgerà sia il comparto militare e civile, sia aziende strategiche come Leonardo e Lockheed Martin.

Secondo quanto dichiarato, tale struttura dovrebbe integrarsi con lo sviluppo delle infrastrutture e della portualità esistente, facendo dell’isola un hub strategico nel Mediterraneo, con benefici per economia e occupazione.

La Luke air force base in Arizona sorge in un’area desertica scarsamente popolata, scelta proprio per la disponibilità di ampi spazi, ridotte interferenze civili e poche restrizioni ambientali.

Al contrario, l’aeroporto di Trapani-Birgi non è collocato in un’area desertica: le zone circostanti sono densamente popolate e caratterizzate dalla presenza di aree naturalistiche protette (Area marina protetta delle isole Egadi, Riserva naturale delle isole dello Stagnone di Marsala, Riserva delle saline di Trapani e Paceco, Riserva naturale dello Zingaro), nonché siti archeologici di rilievo internazionale (isola di Mothia, parchi archeologici di Segesta e Selinunte).

permangono pertanto forti interrogativi circa la compatibilità delle attività di addestramento intensivo dei piloti di F-35 con lo sviluppo turistico, le colture vitivinicole e agricole del territorio, nonché circa l’impatto ambientale derivante da emissioni di gas serra e inquinamento acustico.

Non sono stati inoltre chiariti i rischi per la salute dei cittadini che vivono nelle aree circostanti l’aeroporto, né le ricadute economiche negative che potrebbero derivare da una ridotta attrattività turistica e da possibili limitazioni ambientali.

L’aeroporto di Trapani-Birgi è una struttura militare aperta al traffico civile, che condivide un’unica pista per infrastrutture militari e civili.

Allo stato attuale, non è noto quale sarà l’impatto della nuova struttura addestrativa sull’infrastruttura aeroportuale complessiva, sul piano di sviluppo industriale dell’aeroporto civile e sull’attività degli attuali gruppi operativi che utilizzano gli Eurofighter.

Non è stata fornita alcuna precisazione circa il mantenimento del reparto operativo o la sua eventuale trasformazione in scuola, con il rischio di un declassamento della capacità operativa in caso di escalation di crisi internazionali, né sulla permanenza del reparto ricerca e soccorso, essenziale per il territorio siciliano.

Quale sarà l’impatto del nuovo polo di addestramento globale dei caccia F-35 sulla struttura aeroportuale di Trapani-Birgi e di tutto il circondario trapanese?

Come si intende assicurare la compatibilità delle nuove attività militari con la tutela ambientale, archeologica, turistica e agricola del territorio circostante?

Quali misure si prevedano per prevenire rischi sanitari derivanti dall’inquinamento atmosferico e acustico?

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