
di Gianni Lannes
Terremoti, esondazioni, allagamenti e soldi pubblici sperperati. E la Meloni che fa? Tace, ammutolita. Nelle Marche dopo cinque anni di centrodestra la sanità regionale oggi, lascia indietro appena 150 mila persone che secondo le statistiche smettono di curarsi perché le liste d’attesa sono troppo lunghe e andare dal privato costa. E che dire della mancata ricostruzione dopo il terremoto dell’anno 2022, senza contare i danni delle alluvioni degli ultimi due anni?
Sulla tutela dell’ambiente il ras della Regione Marche non è mai pervenuto: le armi chimiche in mare ne sono un lampante esempio, ma non l’unico. Il candidato uscente tal Francesco Acquaroli, già sindaco di Potenza Picena dove svetta un potente e pericoloso radar militare che ha provocato tumori in ogni casa del paese, nonché ex deputato, è stato inventato da Fratelli d’Italia della prima ora, e i destri che lo sostengono, dai più noti come il senatore Guido Castelli, ex sindaco di Ascoli Piceno, ora commissario straordinario alla “ricostruzione”, Italo Bocchino, inviato da Meloni, fino a tutti gli altri si muovono nelle Marche come in un proprio feudo, mostrano la faccia moderata e i loro metodi squadristi.
Acquaroli s’aggira azzimato nei modi ma vago nei contenuti, grazie a un italiano sui generis, parla ripetutamente delle «nostre imprese», delle «nostre donne», delle «nostre generazioni giovanili», guardandosi bene dall’entrare nei dettagli dei problemi inevasi; eppure sbandiera con disinvoltura il regalo d’agosto del governo, la Zes estesa anche a Marche e Umbria, senza specificare che per il momento su quel provvedimento non c’è sopra un euro.
Ecco il carrozzone dei destri. La SVEM SpA (Sviluppo Europa Marche), società pubblica partecipata dalla Regione Marche, riceve ogni anno milioni di euro in fondi regionali, nazionali ed europei, con il compito di supportare lo sviluppo economico e la competitività del territorio.
Secondo numerosi documenti ufficiali e segnalazioni pubbliche, la SVEM risulterebbe al centro di un sedicente sistema opaco di gestione politica e clientelare, in cui emergono potenziali conflitti di interessi, utilizzo improprio di risorse pubbliche, nomine discutibili e incarichi affidati con criteri non trasparenti.
Il presidente della SVEM, imprenditore privato nel settore conciario, risulterebbe contemporaneamente beneficiario, tramite società a lui riconducibili, di consistenti fondi pubblici e garanzie erogati da SVEM o da strutture correlate, tra cui Mediocredito centrale, in una situazione di evidente conflitto d’interessi.
La società Conceria Nuvolari benefit S.r.l., a lui riconducibile, ha ottenuto nel 2023 finanziamenti per oltre un milione di euro, in parte garantiti all’80 per cento da fondi pubblici per le piccole e medie imprese, anche mentre il medesimo presidente ricopriva la presidenza della SVEM.
Risultano elementi documentati sull’uso da parte del presidente e di persone a lui vicine di beni strumentali della SVEM (ad esempio auto intestate a leasing aziendali, affitti, spese personali), nonché su un sistema di consulenze affidate a soggetti del suo entourage.
Preoccupano inoltre le dinamiche di reclutamento e i bandi pubblici della SVEM, come quello per “animatori” poi ritirato, che prevedeva la selezione di 5 “prescelti” in prossimità delle elezioni regionali, tra cui esponenti politici e figure vicine al governo regionale.
Nel 2024, la “composizione negoziata della crisi d’impresa”, attivata dallo stesso presidente per una sua azienda privata di pellami, aggrava la posizione di inopportunità rispetto alla guida di una società pubblica come la SVEM, che nel frattempo continua a gestire fondi pubblici e nominare consulenti.
L’intera vicenda solleva gravi interrogativi sul corretto funzionamento delle società partecipate regionali, sulla distinzione tra interessi pubblici e privati, e sulla possibilità che si stiano utilizzando risorse pubbliche a fini elettorali.
Tutto ciò avviene, peraltro, in prossimità delle elezioni regionali delle Marche, del 28 e 29 settembre 2025, il che rende ancora più urgente vigilare sull’uso delle risorse pubbliche e sulla trasparenza delle procedure, per evitare distorsioni del confronto democratico e forme di clientelismo istituzionale.
Riferimenti:
https://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=4/00004&ramo=S&leg=19
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