

di Gianni Lannes
Tema del giorno: nocività ambientale ormai sempre più diffusa in Italia. Prendiamo ad esempio un caso ignoto e paradigmatico nella valle del Foglia, alla confluenza con il Mare Adriatico. Chi l’avrebbe mai detto: la capitale italiana della cultura nell’anno 2024, registra tassi tumorali superiori a quelli di grandi centri industriali. Basta esaminare con attenzione i dati ufficiali dell’Istat relativi alle cause di morte (disponibili attualmente fino all’anno 2024), per comprendere che a Pesaro e dintorni, c’è almeno un focolaio attivo di malattie che determina il deterioramento della vita e sovente la morte precoce delle ignare e malcapitate vittime, non risparmiando chi è appena venuto al mondo.

Dall’estrapolazione statistica appare che i quartieri pesaresi di Soria, Villa San Martino e soprattutto Tombaccia ma non solo, siano i luoghi urbani più colpiti dalle metastasi industriali. Inoltre, dalla disamina dei numeri regionali attualmente aggiornati all’anno 2018, emerge che nelle Marche le prime tre cause di morte sono nell’ordine: “malattie cardiocircolatorie, neoplasie e malattie respiratorie”. Le autorità a livello, locale, regionale e nazionale sono in grado di smentire queste cifre? E come mai non è mai stata realizzata un’indagine epidemiologica e imposto ai Berloni di bonificare? Che fine ha fatto il progetto urbanistico Norma (8.5)?

Ecco il caso del deposito carburanti Berloni trasformato in una discarica esplosiva a cielo aperto e pure sotterranea. Qui soltanto i Vigili del Fuoco hanno parlato chiaro, a differenza di tutte le altre istituzioni (a dir poco omertose), a partire dalla Regione Marche. Dunque, esiste una correlazione tra l’evidente inquinamento di suolo, sottosuolo, aria e acque sotterranee provocato impunemente per oltre mezzo secolo dalla Fox Petroli e le patologie letali che imperversano nella cosiddetta “ex zona territoriale Pesaro” dove vivono o forse sopravvivono circa 139 mila persone, nonostante il danno ambientale e sanitario?

Simili rischi e pericoli non risparmiano infanzia e adolescenza. Eppure, già nel 1997, il Comitato Nazionale per la Bioetica aveva avvertito inascoltato, “l’esigenza di sottolineare la gravità e l’urgenza delle questioni connesse alla tutela dell’ambiente e dei minori”. C’è un giudice almeno a Berlino, se nella città di Rossini non vale il principio di precauzione? A Pesaro ce n’è abbastanza per un class action da intentare ai Berloni.
Riferimenti:
https://www.istat.it/informazioni-sulla-rilevazione/rilevazione-sulle-cause-di-morte/
https://www.istat.it/notizia/dati-di-mortalita-cosa-produce-listat/
https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Info/9384

https://www.epicentro.iss.it/territorio/marche/aggiornamenti
https://www.salute.gov.it/new/it/pubblicazione/i-numeri-del-cancro-italia-2024/
https://www.epicentro.iss.it/tumori/registri










Lascia un commento