NAUFRAGIO ITALIA

di Gianni Lannes Giorgia Meloni riesce a dormire quando la sua politica di respingimento condanna a morte tanti esseri umani, oppure è refrattaria al senso di umanità? Nella notte tra il 16 e il 17 giugno 2024 al largo del Mar Ionio, al confine con le acque Sar italiane, persero la vita 65 persone, tra…

di Gianni Lannes

Giorgia Meloni riesce a dormire quando la sua politica di respingimento condanna a morte tanti esseri umani, oppure è refrattaria al senso di umanità?

Nella notte tra il 16 e il 17 giugno 2024 al largo del Mar Ionio, al confine con le acque Sar italiane, persero la vita 65 persone, tra cui ventisei minori. Erano 70 i migranti partiti dalla Turchia su una barca a vela, in avaria e quasi inabissata, alla deriva da diversi giorni.

E’ un velista francese a lanciare l’allarme – al momento del soccorso, in vita erano rimaste solo 12 esseri umani – cui sarebbe seguito l’arrivo di un mercantile inviato dal Centro coordinamento soccorso marittimo che ha raccolto i naufraghi, per poi trasbordarli sulla motovedetta della capitaneria di porto partita da Roccella.

I cadaveri sono arrivati «a spezzoni» in zone diverse e distanti tra loro (Crotone, Gioia Tauro, Locri, Polistena, Soverato, Roccella stessa) al pari dei sopravvissuti, sparpagliati negli ospedali di due province.

Le nazionalità delle persone che viaggiavano a bordo dell’imbarcazione: Afghanistan, Iran, Iraq, Siria, Pakistan, Paesi devastati da guerre e violazione dei diritti.

La rotta turca è la stessa della strage di migranti allo Steccato di Cutro. Anche in questo caso sono emerse ipotesi di responsabilità per la sottovalutazione da parte delle autorità italiane competenti, nell’autorizzazione al soccorso dei naufraghi e per non aver dato corso all’allerta lanciata il 16 giugno 2024 da Alarm phone al Centro coordinamento soccorso marittimo di Roma, della richiesta di aiuto giunta da una barca in difficoltà nello Ionio, dando anche l’esatta posizione della stessa.

Risulta, al contempo la fulminea promozione del vice prefetto che si occupava del caso ad assessore regionale e che la comunicazione delle istituzioni sulle operazioni successive al soccorso sia stata carente e in alcuni casi fuorviante, per il tramite di brevi comunicati spesso incompleti e incoerenti, scarsa trasparenza sui numeri e gli spostamenti delle salme delle vittime – in sostanza, una condotta uniforme che avrebbe coinvolto tutte le istituzioni competenti e che avrebbe impedito alla stampa di documentare l’accaduto con tanto di identificazioni sul posto e allontanamenti dagli ospedali in cui erano ricoverati i sopravvissuti – vicende non nuove che replicano quanto accaduto a Roma il 23 maggio 2024, il 12 aprile 2024 nella città di Padova e il 6 novembre 2023 nella città di Messina, in cui le forze dell’ordine hanno detenuto per ore in stato di fermo cronisti e operatori della stampa, identificatisi e qualificatisi, senza giustificazione alcuna. In sostanza: aver voluto impedire la cronaca e l’informazione dei fatti concernenti, rispettivamente, una manifestazione ambientalista (Messina) e le azioni di protesta degli attivisti di Ultima generazione (Padova e Roma).

La catena di eventi riportata desta gravi preoccupazioni in ordine a quanto appare sotto gli occhi di tutti: un sistema governsativo finalizzato all’occultamento dei fatti e della realtà – o una strategia, come rilevato anche dagli organi della stampa, «dell’invisibilizzazione e della dispersione» – strutturato sulla base della consegna del silenzio e su una vasta complicità, o sulla sua imposizione lungo la catena di comando, su una tragedia identica alla strage di Cutro del febbraio 2024.

L’oscuramento, o il suo tentativo, di fatti precisi e di parte della realtà rappresenta l’incipit di derive illiberali del quale da tempo si sono manifestati i prodromi, a decorrere dall’avvio del mandato del Governo in carica (ottobre 2022).

Quali erano e sono gli ordini impartiti, nonché le rispettive competenze, responsabilità, regole di ingaggio e catena di comando delle istituzioni coinvolte, nonché la condizione attuale dei migranti superstiti unitamente agli accordi eventualmente presi dalle istituzioni e dagli organi coinvolti con i familiari delle vittime e i loro Paesi di origine?

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