USA: INDEBITATI PER 26 MILA MILIARDI DI DOLLARI

di Gianni Lannes Argomento sotto gli occhi di tutti: l’eutanasia dell’impero nordamericano inondato dai debiti economici. L’instabilità mentale di Trump è soltanto quella di un minus habens al potere? Sull’evidente mentalità violenta e disturbata di questo saltimbanco allergico alla democrazia, pesa più di un macigno l’enorme debito degli Stati Uniti d’America verso l’estero: un rosso…

di Gianni Lannes

Argomento sotto gli occhi di tutti: l’eutanasia dell’impero nordamericano inondato dai debiti economici. L’instabilità mentale di Trump è soltanto quella di un minus habens al potere? Sull’evidente mentalità violenta e disturbata di questo saltimbanco allergico alla democrazia, pesa più di un macigno l’enorme debito degli Stati Uniti d’America verso l’estero: un rosso insanabile – neanche con la guerra per procura di Israele in Iran – di ben 26 mila miliardi di dollari. Nel recente passato, dalla guerra di Corea a quella del Vietnam fino ai giorni nostri, l’egemonia statunitense sul mondo veniva esercitata attraverso un circuito viziato militar-monetario che consentiva a Washington di indebitarsi a piacimento verso l’estero, anche per finanziare le guerre d’aggressione: dalla Jugoslavia all’Afghanistan transitando per l’Iraq. La giustificazione – come sempre – propinata al mondo era la cosiddetta “guerra al terrore”. Una foglia di fico: il fine vero era e rimane tuttavia, l’accaparramento dei giacimenti di petrolio e gas altrui (in aggiunta ad un elenco spropositato di altre risorse naturali, come nel caso delle terre rare in Ucraina), nonché il dominio geopolitico ovunque. La conseguenza ora è palese: il costo degli interessi sul debito sta superando la spesa militare a stelle e strisce. Ecco perché il nuovo inquilino della White House pretende di caricare il suo debito sui vassalli europei, con il plauso dei genuflessi Meloni e Crosetto che triplicano la spesa militare italiana a cifre insostenibili, gonfiandola a scapito dello Stato sociale (in primis dell’istruzione e della sanità pubblica) e quindi della qualità della vita e dei diritti civili.

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