
(Ministero della Difesa, Arma dei Carabinieri, Ustica (1980), Atti dell’Ufficio operazioni del Comando gen. dei Carabinieri. Segnalazione incidente di Ustica, b. 32)

USTICA: STRAGE SENZA COLPEVOLI… ISRAELE INTOCCABILE!
di Gianni Lannes
45 anni dopo, non c’è giustizia per le 81 vittime vittime a bordo dell’areo finito nel Mar Tirreno, la sera del 27 giugno 1980, bensì menzogne infinite. La magistratura italiana (Procura della Repubblica di Roma), infatti, non è stata in grado o non ha potuto individuare i responsabili criminali in alta uniforme e doppiopetto, a livello apicale in ambito nazionale (il primo ministro Francesco Cossiga) e internazionale (il premier Menachem Begin). I sostituti procuratori capitolini da Giorgio Santacroce (figlio di un magistrato militare assurto alle cronache per l’occultamento di centinaia di procedimenti giudiziari – stragi tedesche – noti come l’armadio della vergogna, scoperti dal grande collega Franco Giustolisi, che nonostante l’esito fallimentare del suo operato in merito, ha comunque fatto carriera fino a presiedere una sezione della Cassazione), non sono stati capaci nemmeno di inviduare chi ha ritardato all’aeroporto di Bologna il decollo fatale del volo IH870.
Una lunga scia di depistaggi (Mig libico in Calabria, bomba a bordo… e così via orchestrati da Sios Aeronautica, Sismi, Cia e Mossad), insabbiamenti e suicidi su commissione di testimoni in divisa (almeno 21) hanno impedito ufficialmente di abbattere il muro di gomma eretto dall’apparato politico e militare italiano (coadiuvato da Tel Aviv, Parigi, Washington). La verità indicibile: Israele è intoccabile. E non si possono rammentare alla memoria collettiva tutte le minacce pregresse, gli attentati e gli omicidi mirati di Tel Aviv, a Parigi e Roma.
“La verità non si saprà mai”: parole di Giorgia Meloni, Ignazio Benito La Russa, Fabio Rampelli e camerati, racchiuse nella proposta di legge numero 1971 presentata il 21 gennaio 2014, fulmineamente sepolta dall’oblìo. Da dove deriva questa certezza? Alla prova dei fatti la temporanea inquilina di Palazzo Chigi e il collezionista di busti mussoliniani Ignazio Benito La Russa, ormai assurti ai vertici della nazione tricolore in evidente declino, sembrano completamente disinteressati a far luce su un gravissimo crimine contro l’umanità, nonché a sciogliere il segreto di Stato (opposto nel 1998 da Romano Prodi al giudice istruttore Rosario Priore che chiedeva timidamente lumi su Israele) relativo ad una caterva di imbarazzanti documenti mai resi pubblici (scampati alla sistematica distruzione). Banale smemoratezza? Forse, non a caso, da quando si è insediata a Palazzo Chigi nell’ottobre 2022, la ducetta del primo governo a matrice fascista della Repubblica italiana non ha risposto a ben 13 atti parlamentari di sindacato ispettivo (interrogazioni ed interpellanze) proprio sull’eccidio che tolse la vita a 81 persone sul volo IH 870 da Bologna a Palermo la sera del 27 giugno 1980.
Tuttavia, la verità da tempo è sotto gli occhi di tutti, o meglio di chi vuol vedere, capire e ricordare.

Ieri in Iraq come oggi in Iran. Il movente è atomico: impedire a qualsiasi costo il trasferimento di tecnologia nucleare da Francia e Italia a Baghdad in cambio di petroldollari.

L’ultima versione ammaestrata, ovvero la solita minestra riscaldata dai pennivendoli di turno (a partire da Repubblica), è quella propinata ai passivi e remissivi mass media tricolore, con un supertestimone ovviamente dell’Aeronautica militare italiana, presente a Shape quella sera.



Riferimenti:
https://www.pellegrinieditore.it/israele-olocausto-finale
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=46054
Lascia un commento