
di Gianni Lannes
Le migrazioni nell’anno 2025 di 122 milioni di persone sono il risultato e la conseguenza dello sfruttamento della Natura e dell’essere umano.
La guerra ai migranti avviata in Europa nel ventennio scorso è diventata lo strumento internazionale, ora importato anche negli Usa dall’inqualificabile Trump, attraverso il quale si definisce e costruisce la politica militare, economica, sociale; e al contempo si distrae l’opinione pubblica. Si tratta di un programma internazionale di repressione combinata alla deportazione di massa degli esseri umani, attualmente messo in pratica platealmente anche negli States (e colpisce anche gli europei, italiani inclusi che rischiano di finire reclusi a Gantanamo). Qualcosa del genere era già accaduto nel Mediterraneo, e prima ancora lungo la rotta balcanica e le frontiere esternalizzate del Nord Africa, in mano ai mafiosi libici e tunisini, foraggiati con denaro pubblico soprattutto dal governo italiano.
Rendere impossibile la migrazione legale, alimenta a dismisura un sistema illecito di mobilità. Il modello Albania è un’invenzione di Giorgia Meloni, non dell’inquilino squilibrato della White House.
In una società fragile, impaurita e disinformata, il passaggio dal migrante “nemico” allo Stato autoritario, è breve. In Italia il nuovo “decreto sicurezza” fa la guerra alle fasce più deboli della società; colpisce le persone che manifestano per i diritti civili o che occupano una casa per disperazione. Insomma, si criminalizza chi ha un bisogno sociale che la politica tricolore e fascisteggiante non riconosce.
In ogni caso, la storia della civiltà umana è fatta di migrazioni, che nessun muro o filo spinato riuscirà mai ad arrestare.
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