BELPAESE POVERO E DISEGUALE

Peggiora sempre più lo stato di salute della popolazione in Italia. La sanità pubblica garantisce sempre meno cure e assistenza a tutti. “Nel 2024 – attesta l’Istat nel suo ultimo rapporto appena pubblicato – circa una persona su dieci (9,9 per cento) ha riferito di aver rinunciato negli ultimi 12 mesi a visiste o esami…

Peggiora sempre più lo stato di salute della popolazione in Italia. La sanità pubblica garantisce sempre meno cure e assistenza a tutti.

“Nel 2024 – attesta l’Istat nel suo ultimo rapporto appena pubblicato – circa una persona su dieci (9,9 per cento) ha riferito di aver rinunciato negli ultimi 12 mesi a visiste o esami specialistici, principalmente a causa delle lunghe liste d’attesa (6,8 per cento della popolazione) e per la difficoltà di pagare le prestazioni sanitarie (5,3 per cento).

La legge meloniana che doveva tagliare le liste d’attesa è stata approvata ormai dieci mesi fa. Nei fatti, tuttavia, non è mai entrata in vigore, perché mancano i decreti attuativi; per emanarli occorre l’assenso delle Regioni.

L’Istat rileva inoltre che anche lo stato di salute mentale degli italiani fa segnare un generale peggioramento nell’ultimo lustro, soprattutto a danno delle fasce più giovani della popolazione. La tendenza è testimoniata anche dall’aumento del consumo di antidepressivi. Peralgtro, dal 2022 il numero dei suicidi hanno ripreso ad aumentare tra adolelescernti e ventenni.

Il sistema sanitario nazionale, sorto con la riforma del 1978 per essere universale, oggi è inaccessibile per tantissimi e rischia di collassare a breve.

Infine, un quinto della popolazione residente in Italia è a rischio di esclusione sociale (11 milioni), mentre in povertà materiale assoluta giacciono ben 5 milioni e 700 mila persone.

L’impoverimento programmato e programmatco del Belpaese si evince anche dal profilo dell’istruzione. Aumentano i giovani 25-34enni espatriati con una laurea: “21 mila nel 2023, un primato storico; il risultato è una perdita netta di 97 mila giovani laureati in dieci anni” ha detto Chelli dell’Istat. E il Governino Meloni che fa? Si prepara a 700 milioni di tagli agli atenei , accuratamente spalmati nel prossimo triennio; al contempo aumenta a dismisura le spese militari e di guerra. A rigor di logica, il problema non è l’immigrazione, semmai l’aumento nostrano dell’emigrazione giovanile.

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