GUERRA E MENZOGNE

di Gianni Lannes In una parola: la disinformazione, vale a dire tutte le notizie fatte proprie dall’Occidente e diffuse nel globo come verità assolute e indiscutibili. Ogni giorno va in onda il bombardamento delle notizie false, che serve per occultare le vere ragioni delle guerre in atto, in tante parti del mondo. I conflitti sono…

di Gianni Lannes

In una parola: la disinformazione, vale a dire tutte le notizie fatte proprie dall’Occidente e diffuse nel globo come verità assolute e indiscutibili. Ogni giorno va in onda il bombardamento delle notizie false, che serve per occultare le vere ragioni delle guerre in atto, in tante parti del mondo. I conflitti sono intrecciati a interessi speculativi: geopolitici ed economici che sottintendono il dominio sull’umanità.

Lo schermo delle retoriche roboanti evidenzia l’intreccio di interessi che le determina. Per esempio: le fonti occidentali mediatiche e militari sono tese a preparare il terreno a nuove guerre, vendute nel marketing contemporaneo della disinformazione globalizzata, alla stregua di un qualsiasi prodotto di consumo.

A proposito di genesi delle atrocità in atto sotto gli occhi distratti dell’Unione europea. Prendiamo in esame il caso dell’Ucraina, ricordando quel che accadde nel 2014, quando l’estrema destra pilotata dagli interessi anglo-americani riuscì a manipolare la protesta di piazza Majdan, producendo una “rivoluzione arancione”, e si impose nonostante rappresentasse appena l’1 per cento della forza elettorale. A beneficio di chi? Ovvio: di quelle forze che, all’interno della NATO, avevano già pianificato come mettere le mani sulle risorse del territorio ucraino e per quali fini reconditi. Proprio nel 2014, anno in cui ebbe inizio il conflitto nel Donbass, Hunter Biden, figlio dell’allora vicepresidente Joe Biden con delega per l’Ucraina, entrò nel consiglio di amministrazione della società energetica Burisma.

All’inizio del 2025 mentre l’Ue pilotata – per conto terzi – dalla von der Leyen si prepara al piano di riarmo (Re Arme Europe) che prevede una spesa di ben 800 miliardi di euro (a spese dei passivi e sottomessi contribuenti), sul tavolo delle trattative sbarca il testo sul mineral deal, che fa riferimento alla presenza di depositi, minerali, idrocarburi, petrolio, gas naturale e altre risorse estraibili che, uniti alle relative infrastrutture, “compongono gli assett ucraini a cui gli Stati Uniti chiedevano accesso”.

Infine: mentre i vertici del Patto atlantico hanno dichiarato l’inesistenza di accordi che limitassero l’espansione della NATO a est, un’inchiesta del settimanale Der Spiegel pubblicava documenti d’archivio che attestano come nel 1991 e nel 1999, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania avessero garantito che la NATO non si sarebbe espansa verso est, “né formalmente, né informalmente”. In realtà l’espansione è andata aumentando per tre decenni fino ai confini della Russia.

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