
Gentile Presidente,*
Le scrivo a nome dei familiari dei tre marinai sambenedettesi tragicamente scomparsi nel naufragio del motopeschereccio Rita Evelin, avvenuto il 26 ottobre 2006 al largo della nostra costa. A quasi vent’anni da quella tragedia, il dolore resta vivo, ma ancor più viva è la domanda che da allora ci accompagna: perché? Una domanda che non ha mai avuto una risposta chiara e ufficiale.
Oggi, grazie al coraggioso lavoro del giornalista Gianni Lannes, quelle domande tornano alla luce con una forza nuova.
Il suo libro-inchiesta, Abissi. Rita Evelin: la strage di pescatori nei mari d’Italia, ricostruisce i fatti avvalendosi di documenti e testimonianze che indicano la possibile responsabilità di un sottomarino militare in esercitazione proprio nelle acque in cui si trovava il nostro peschereccio. Se confermata, si tratterebbe di una verità dolorosa: una tragedia non frutto del caso, ma conseguenza di un errore umano e di esercitazioni militari svolte in un tratto di mare dove ogni giorno lavorano civili.
La richiesta che oggi Le rivolgiamo non è semplicemente quella di uno spazio. Chiediamo che la Sala Consiliare del Comune di San Benedetto del Tronto, luogo simbolo della nostra comunità, possa accogliere la presentazione di questo libro. Non si tratta di un evento editoriale qualunque, ma di un atto di memoria, di ricerca della verità, e di rispetto verso il lavoro e la vita dei nostri marinai.
Proponiamo di tenere la presentazione il giorno 27 giugno 2025, in occasione del 45º anniversario della strage di Ustica, con la quale il naufragio del Rita Evelin presenta inquietanti punti di contatto: entrambe le vicende coinvolgono esercitazioni militari, vittime civili, silenzi istituzionali e domande rimaste troppo a lungo senza risposta.
Il libro di Lannes nasce da una prima ricostruzione narrativa e civile contenuta nel romanzo Quel silenzio in fondo al mare (2023), scritto da Antonella Roncarolo, che firma questa richiesta. Quel romanzo, ispirato alla vicenda reale e al dolore delle famiglie, ha riacceso l’attenzione e ha contribuito a far emergere nuovi elementi che hanno poi dato avvio all’indagine giornalistica.
Quella Sala ha già accolto, nel silenzio e nel lutto, la bara di Francesco Annibali, uno dei tre marinai, ritrovato in mare ventuno giorni dopo il naufragio. Tornare oggi in quello stesso luogo per raccontare cosa possa essere realmente accaduto, significherebbe dare un segnale forte: che le istituzioni locali sono vicine alle famiglie, non solo nel tempo del dolore, ma anche in quello della giustizia.
Crediamo che questa iniziativa possa rappresentare un momento alto di partecipazione civile, di coinvolgimento della cittadinanza, di riconoscimento del valore del lavoro in mare e del diritto alla sicurezza. Ancora oggi, la costa sambenedettese è interessata da esercitazioni militari: è doveroso interrogarsi, pubblicamente e collettivamente, su cosa ciò significhi per una città che vive del mare e sul mare.
Non si tratta della semplice presentazione di un libro. È un gesto di coraggio civile, un’occasione di ascolto, un tempo di condivisione in cui la città, attraverso il suo luogo più rappresentativo, possa dire: “noi non dimentichiamo”.
La ringraziamo sin d’ora per l’attenzione e la sensibilità che vorrà riservare a questa richiesta, e restiamo a disposizione per incontrarLa personalmente, se lo riterrà utile, per illustrarLe le motivazioni che ci muovono.
Con rispetto e fiducia,
Antonella Roncarolo
Autrice del romanzo Quel silenzio in fondo al mare (2023)
per i familiari dei marinai scomparsi nel naufragio del Rita Evelin
*(Lettera indirizzata il 30 aprile 2025 dalla scrittrice Antonella Roncarolo al Presidente del Consiglio Comunale di San Benedetto del Tronto).
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