

PESARO: IL MANICOMIO NUOVO DI ZECCA!
di Gianni Lannes
Ecco un luogo di immane sofferenza con sbarre di ferro arrugginito dal tempo logoro alle finestre. Quando la memoria collettiva si dimentica ed esala l’ultimo respiro nell’indifferenza generale. Dai “folli ai malati di mente” chiamati “ricoverati”. Generazioni di persone, imprigionate per un secolo e mezzo in uno spazio di tortura fisica (legalizzata): dal 1828 alla metà degli anni ’90. Da 29 fino a 450 reclusi psichiatrici. L’ex manicomio provinciale San Benedetto di Pesaro alberga anonimo nella città. Attualmente è in fase di parziale ristrutturazione (un terzo dell’immobile), grazie ad una massa ingente di denaro pubblico (16 milioni di euro): opera appaltata ad una ditta con responsabilità limitata di Pescara. All’interno della grande struttura sono state rinvenute bombe e munizioni tedesche, risalenti alla seconda guerra mondiale. In altri termini: un cosiddetto “risanamento” che disperde l’essenza dello storico sito.


All’interno tutte le sue carte ammassate per terra alla rinfusa, che documentano tante ignote storie umane di violenza sugli individui, elargita dal sistema di potere, sono andate disperse nella frettolosa e superficiale incuria corrente?

L’edificio fu costruito nel 1829 per volere di monsignore Benedetto Cappelletti. Il manicomio San Benedetto ha avuto come direttore Cesare Lombroso, fondatore della criminologia moderna. Lombroso, infatti, assunse la direzione del manicomio nel marzo 1872 e rinunciò all’incarico – per questioni economiche – nel novembre dello stesso anno, facendo ritorno a Pavia.

Nel momento della sua fondazione, il fabbricato era composto da un edificio, irregolarmente rettangolare, a più piani, contenente nel suo interno due cortili; e diviso in tre quartieri: il primo per gli uomini, il secondo per le donne e il terzo per i “furiosi, maligni o queruli”.

Per tutto il XIX secolo, per carenza di spazi e per la rapida crescita dei folli, subì diversi rifacimenti e ristrutturazioni atti ad allargare l’insufficiente capienza fino a raggiungere gli attuali 15.400 metri quadrati (di cui 11.500 coperti). Durante la Seconda Guerra Mondiale venne trasformato in Ospedale Militare dagli Alleati, per tornare nel 1947 alla sua funzione principale di prigione mentale. Il reclusorio psichiatrico venne finalmente chiuso a metà degli anni ’90 in seguito all’approvazione della legge 180 (Basaglia).
Riferimenti:
https://web.archive.org/web/20160624142247/http://www.pesarocultura.it/index.php?id=10492
P. Giovannini, Il manicomio San Benedetto di Pesaro: follia, psichiatria e societa (1829- 1914). Una indagine storica, Ospedale psichiatrico provinciale, Pesaro, 1983;
P. Giovannini, Il San Benedetto: storia del manicomio pesarese dalle origini alla grande guerra, Società pesarese di studi storici, Pesaro, 2009.







(foto interni, 3-5; 8-11, 13: P.R. Renzi)
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