ITALIA: DALLA LIBERAZIONE PARTIGIANA ALL’OCCUPAZIONE NORDAMERICANA!

di Gianni Lannes Italia: dalla liberazione tradita alla democrazia incompiuta, con la strategia della tensione alimentata da Washington fin dalla strage di Portella della Ginestra (1 maggio 1947). «Altre condizioni di carattere politico, economico e finanziario a cui l’Italia dovrà conformarsi saranno trasmesse più tardi»: recita così la dodicesima disposizione dell’Armistizio Corto di Cassibile, datato…

di Gianni Lannes

Italia: dalla liberazione tradita alla democrazia incompiuta, con la strategia della tensione alimentata da Washington fin dalla strage di Portella della Ginestra (1 maggio 1947).

«Altre condizioni di carattere politico, economico e finanziario a cui l’Italia dovrà conformarsi saranno trasmesse più tardi»: recita così la dodicesima disposizione dell’Armistizio Corto di Cassibile, datato 3 settembre 1943, a cui sono seguite alcune clausole segrete.

Nonostante la guerra italiana di Liberazione partigiana e il notevole contributo di vite umane, l’Italia non solo ha subito la resa incondizionata, ma dai tempi dello Stato fantoccio di Salò (con l’invasione nazista) ha perso sovranità e indipendenza, subendo ancora ai giorni nostri (nell’anno 2025) un’ingiustificabile occupazione militare degli Stati Uniti d’America, che perdura con numerose basi militari e addirittura alcuni arsenali nucleari, dislocati da Nord a Sud dello Stivale (Ghedi, Aviano, Livorno, Catania). Un gravissimo problema eluso dai servili politicanti nostrani.

Dopo l’Armistizio Lungo di Malta c’è stato il successivo Trattato di Parigi del 10 febbraio 1947, e poi il Memorandum di Londra del 5 ottobre 1954 con la cessione dell’Istria alla Jugoslavia e l’esodo degli italiani dalla Dalmazia; sempre nel ’54 il BIA mai ratificato dal Parlamento italiano, alla stregua di tutti i successivi accordi segreti fra la succube Italia e la dominante United States of America.

Come si concretizzò l’inganno? Mediante appunto l’armistizio corto di Cassibile del 3 settembre 1943. Poi, la nostra sovranità è stata illegalmente dimezzata con il Trattato di Parigi del 1947. Questi due atti ufficiali che hanno ingiustificatamente regalato l’Italia allo straniero anglo-americano, contengono clausole ancora oggi ignote al “popolo sovrano”, ignorate da storici e storiografi.

Nei libri correnti di scuola abbondano le menzogne dei vincitori. Liberato dal nazifascismo che ci aveva trascinato in una guerra d’aggressione oltre i nostri confini geografici, schiacciando l’Italia sotto dittatura fascista di Mussolini e dei Savoia per oltre 20 anni, grazie al contributo dei partigiani italiani d’ogni colore, di brandelli dell’esercito italiano (dopo l’8 settembre) e pure della mafia da allora esentata e protetta istituzionalmente a livello nazionale e internazionale, ma invaso ed occupato dal terrorismo bellico di Stato a stelle e strisce. La nostra penisola è stata ridotta in una portaerei nucleare di Washington – sotto le grinfie del complesso militar-industriale – da cui muovere la guerra contro il resto del mondo.

Dal 1949 ad oggi, è andata in onda tutta una litania di accordi segreti, assolutamente incostituzionali, e dunque, illegali, tra Italia e United States of America, mai ratificati dal Parlamento. La conoscenza è inversamente proporzionale all’elevata proliferazione di patti riguardanti l’Italia e gli USA, o l’Italia e la NATO. Tutti accordi rigorosamente segreti oscurati al Parlamento. Nonostante che fin dal 1955, anno in cui le Camere autorizzarono la ratifica della convenzione sullo “statuto delle Forze Armate” dei paesi membri dell’Alleanza atlantica (legge 30 novembre 1955, numero 1335), il governo Segni (Taviani alla difesa e Martino agli esteri) si fosse impegnato a “sottomettere al potere legislativo i progetti necessari per assicurare sul proprio territorio la sicurezza e la protezione delle installazioni”.

Lo stesso governo democristiano però, a parte gli impegni pubblici, obbediva a regole occulte, poiché meno due anni dopo, l’8 aprile 1957, firmava in gran segreto il Memorandum of Undertanding, per Sigonella, che prevedeva attività belliche nucleari e convenzionali. E questo nel quadro di un “accordo bilaterale sulle infrastrutture” denominato anche “accordo-ombrello” per l’uso di infrastrutture militari nazionali per adempiere a impegni NATO. Accordo siglato il 20 ottobre 1954, un anno prima che il governo si impegnasse in Parlamento per la trasparenza dei progetti relativi alle installazioni militari straniere. Impegno che rappresentava alla luce dei fatti, soltanto una menzogna. L’accordo, infatti, era stato negoziato in gran segreto tra il ministro della difesa Taviani e il governo di Washington attraverso l’ambasciata di Roma, a partire dall’autunno del 1953. La cifra dell’operazione risultava da un telegramma inviato dall’ambasciata al dipartimento di Stato a Washington, il 28 dicembre 1953:

«Taviani vorrebbe che prendessimo in considerazione l’idea di dividere l’accordo in cinque o sei parti separate. In questo modo, dice, sarebbe possibile per il governo italiano mostrare alcune di quelle parti se qualcuno dovesse chiederle in visione senza però mostrare l’intero accordo».

Il 27 febbraio 1954 Taviani aveva incontrato il funzionario dell’ambasciata Elbridge Durbrow, che aveva poi riferito a Washington:

«Il ministro ha nuovamente sottolineato il fatto che se si optasse per un accordo-ombrello e l’opposizione in Parlamento venisse a sapere di una qualche sua parte, il governo si troverebbe costretto a rivelare che molti basi e strutture di vario tipo sono state accordate dal governo alle forze Usa. Se invece l’accordo fosse diviso in sei o sette lettere segrete, il governo potrebbe limitarsi a divulgare il testo solo di quelle parti di cui l’opposizione viene a sapere».

Infine, il 20 ottobre 1954 è stato firmato un accordo-ombrello, inclusa un’ultima raccomandazione dell’illuminato Taviani:

«Il ministro ritiene che nel caso il testo di questo documento venga pubblicato (e lui pensa che lo sia) il linguaggio debba essere tale da non far pensare che l’Italia abbia in alcun modo rinunciato alla propria sovranità territoriale». Nell’accordo ombrello sono poi stati inseriti una serie di memorandum segreti: oltre a quello per Sigonella del 1957, il memorandum firmato il 10 maggio 1956 sull’uso bellico dell’aeroporto di Capodichino (Napoli), nonché il memorandum del 14 maggio 1956 sull’uso dell’aeroporto di Aviano per lo schieramento di forze aerotattiche. L’accordo del 1954 è ancora coperto col segreto di Stato, decisamente incostituzionale, dato che tra l’altro elenca le basi USA in Italia e la tipologia di armi, incluse quelle nucleari, che esse ospitano.

Il 21 ottobre 1999 – dopo la strage del Cermis che provocò la morte di 20 civili – il ministro della difesa Carlo Scognamiglio ha confermato al Senato il segreto sulla presenza di armamenti nucleari nordamericani in Italia, in grado polverizzare lo Stivale e le isole comprese in un soffio. Del resto fin dal 3 dicembre 1960 era stato firmato a Roma un accordo bilaterale Italia-Usa “contenente due annessi segreti”, per disciplinare “la cooperazione nell’impiego di energia atomica a scopo di reciproca difesa”. Nel 1968 sia l’Italia che gli USA hanno sottoscritto il trattato di non proliferazione nucleare (TNP). L’elenco degli accordi segreti in materia militare è corposo, per esempio: il protocollo del 15 febbraio 1972 per un impianto militare a Lampedusa, nell’aprile del 1972 la concessione agli USA di una base per sommergibili nucleari nell’isola di Santo Stefano dell’arcipelago della Maddalena, il memorandum per l’aeroporto di Comiso come base di spiegamento della forza nucleare intermedia della NATO, siglato dal governo Craxi nel novembre 1983. E tanto altro, purtroppo.

Tutte queste intese hanno carattere di segreto di Stato e in parte anche di segreto Nato. Lo ha affermato il 28 febbraio 1986 il ministro della difesa Giovanni Spadolini:

«Tutti questi accordi hanno classifica di segretezza, che entrambi i contraenti hanno il dovere di rispettare. Non è quindi possibile una loro divulgazione senza il preventivo consenso degli organi di sicurezza contraenti delle due parti». 37 anni prima, il 15 marzo 1949, all’atto dell’ingresso dell’Italia nella NATO il ministro degli esteri Carlo Sforza aveva affermato pubblicamente: «Non esistono documenti segreti, né protocolli annessi, né promesse di basi militari».

L’Italia, dunque, alla luce di fatti e prove, è un paese a sovranità inesistente dal 3 settembre 1943, quando i Savoia per scamparla svendettero il Belpaese, forze armate comprese, ai nuovi colonizzatori di Londra e Washington, grazie anche agli accordi con la mafia italo-americana, capeggiata da Lucky Luciano, libero in seguito di impiantare il traffico di droga in Europa con la benedizione della autorità a stelle e strisce e tricolori. Illuminante a tale proposito è il rapporto Scotten (ottobre 1943).

I cosiddetti “liberatori” si trasformarono presto in biechi colonizzatori e da allora hanno subordinato, eterodiretto e schiavizzato il popolo italiano.

Inoltre, l’atto normativo costitutivo della Repubblica italiana (la Costituzione Repubblicana), dal 1948 è stato già stracciato dall’entrata in vigore nel 2009 del Trattato di Lisbona, firmato da Prodi e D’Alema nel dicembre 2007, senza consultare preventivamente il popolo sovrano, e senza alcun mandato legittimo. Altro che Stato di diritto: viene meno definitivamente il principio di legalità. In altri termini, abbiamo già abdicato alla nostra sovranità residua, dopo che gli anglo-americani hanno imposto all’Italia, prima l’armistizio corto di Cassibile nel 1943, e poi il Trattato di Parigi nel 1947. Le relative clausole segrete hanno ipotecato il futuro del nostro Paese già allora. Ma questa notizia fondamentale non la troverete nei libri di storia e nemmeno la leggerete sui giornali. Tanto meno qualcuno ne parlerà nelle televisioni di regime internazionale. Inoltre, in tal modo sono state trasferite all’Unione europea, ovvero ad oscuri burocrati – pedine delle multinazionali e delle banche – non eletti dai popoli, ben 105 competenze statali.

A maggior ragione la Corte costituzionale con la sentenza numero 1 dell’anno 2014, ha stabilito che la legge elettorale 270 del 2005 è incostituzionale. Il principio è stato ribadito anche da un pronunciamento della Cassazione, sempre nel 2014: il diritto elettorale del cittadino italiano stato gravemente leso. Ne discende che il Parlamento e tutte le cariche dello Stato italiano sono abusive. I tre mesi per garantire il principio di continuità dello Stato sono passati ampiamente.

Riferimenti:

https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1961-63v13/d312

https://history.state.gov/historicaldocuments/frus1961-63v13/ch2

https://www.cassibilenelmondo.it/Corto_armistizio.htm

https://www.cassibilenelmondo.it/Lungo_armistizio.htm

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/stampa/serie_generale/originario

https://www.macrolibrarsi.it/libri/__italia-usa-e-getta-libro.php

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