PESARO E LE BICICLETTE ABBANDONATE O DIMENTICATE…!

di Gianni Lannes Una morte annunciata, ovvero una sbiancata. Singole o in coppia. Dimenticate e ignorate fino a quando… Lunedi 14 aprile 2025: in nome del decoro e per ordine di sua eccellenza il sindaco Biancani saranno rastrellate a Pesaro tutte le biciclette – a suo insindacabile dire – abbandonate. Neanche ai tempi dell’occupazione teutonica.…

di Gianni Lannes

Una morte annunciata, ovvero una sbiancata. Singole o in coppia. Dimenticate e ignorate fino a quando… Lunedi 14 aprile 2025: in nome del decoro e per ordine di sua eccellenza il sindaco Biancani saranno rastrellate a Pesaro tutte le biciclette – a suo insindacabile dire – abbandonate. Neanche ai tempi dell’occupazione teutonica. Usa e getta? Perché si abbandona una bici? Più di qualcuno compie questo gesto sicuramente a malincuore.

E poi c’è quel dramma che pur affiora ma non si vuole vedere, per non turbare il dilagante profitto turistico. Al contempo, infatti, le armi chimiche – bombe imbottite di cancerogeni come iprite ed arsenico, affondate dalle truppe tedesche nell’estate del 1944 ad un soffio dalla spiaggia – seguiteranno ad avvelenare il mare Adriatico e i malcapitati ed ignari fruitori della fauna ittica. Peraltro, lo stesso Biancani nel 2017, in Consiglio regionale Marche ha votato contro la proposta di bonifica marina dai residuati bellici,(banditi dalla Convenzione di Ginevra del 1925 e dal Trattato di Parigi del 1993).

Archeologia fatta di materialità del mondo analogico: meccanico e dunque utile e pratico. Bei velocipedi sottratti all’blio (a volte non troppo maltrattati dalle intemperie rugginose) con un’ esistenza e gesta da raccontare finiranno triturate in discarica. Ineluttabile destino? Eppure si potrebbero aggiustare con un pizzico di buona volontà (meccanica e amministrativa) e regalare a chi non ne ha una e non racimola il denaro per comprarne un esemplare sia pure usato.

Disseminate nella città (ex capitale della cultura italiana) e nelle sue bistrattate periferie, comunque ben mimetizzate e amalgamate all’ambiente narrano vite dimenticate, in penombra o perdute. E comunque descrivono a colori un paesaggio in bianco e nero, apparentemente trapassato. Piange il cuore a sapere di questa fine senz’appello. Il livello di civiltà di una città non si misura dall’altezza dei suoi palazzi o dal peso della speculazione edilizia (legalizzata), bensì da una bellezza spontanea e naturale. I luoghi della memoria disdegnano gli ambbienti anonimi o sfruttati. Senza ieri non c’è oggi o domani.

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