
UNIONE EUROPEA: PACE? NO, GUERRA!
di Gianni Lannes
Unione europea: ecco il piano comune contro guerra e catastrofi naturali. Una vera e propria dichiarazione a tutti gli effetti. Fare “Scorte per 72 ore”. Come se per un conflitto nucleare uno se la cava alla spicciolata come per una scampagnata. Il pretesto è come al solito la “tutela dei cittadini”. Per la precisione ufficiale e documentata: in Belgio, Olanda, Germania, Turchia e Italia, gli Usa – in violazione del Trattato di non proliferazione – detengono un arsenale atomico costituito da bombe nucleari B61/12, a potenza variabile, in grado di disintegrare il vecchio continente, all’insaputa della stragrande maggioranza dei suoi popoli, ma non dei governi palesemente eterodiretti dallo zio Sam, gli stessi che hanno messo a disposizione i rispettivi territori nazionali senza uno straccio di ratifica parlamentare.
Oggi 26 marzo 2025, la Commissione Ue, nel nome del riarmo miliardario e della crescente militarizzazione di ogni aspetto sociale, scolastico e sanitario della vita umana in Europa, ha presentato un piano comune di cosiddetta “tutela contro guerre e catastrofi naturali”: si va dallo zaino di resilienza a un comitato di crisi speciale. Si tratta di una strategia che i civili e gli Stati membri dovranno applicare in caso appunto di crisi. Attenzione quando scatta l’emergenza vengono azzerati i diritti civili, come è accaduto con la pandemenza covidiota nel 2020-2022, quando milioni di persone sono finite recluse ai domiciliari.
In concreto, all’interno dell’Eu preparedness union strategy vengono indicate 30 azioni chiave da compiere in caso di emergenza e un piano addirittura operativo.
Così come indicato sulla carta dalla Commissione Ue e dall’Alta rappresentante Kaja Kallas, lo scopo del piano è migliorare la capacità di risposta dei cittadini in caso di “tensioni e conflitti geopolitici, minacce ibride e cybersecurity, manipolazione e interferenza di informazioni straniere, cambiamenti climatici e catastrofi naturali”.
Nell’ottica di raggiungere tale obiettivo predeterminato, gli euro burocrati telecomandati da Washington è pronta anche a promuovere la Giornata nazionale di preparazione che, coinvolgendo anche tutte le scuole continentali, agevolerà la sensibilizzazione sul farsi trovare sempre pronti agli scenari emergenziali.
Oltre ai consigli pratici per i cittadini da seguire in caso di emergenza, l’Eu preparedness union strategy prevede anche di un piano operativo che prevede l’allestimento di un Comitato di crisi speciale che, oltre ai rappresentanti dei 27 Stati membri, vedrà la presenza della Commissione Ue e dell’Alto rappresentante per la politica estera.
Il fine di questo hub di crisi europeo sarà agevolare le operazioni di identificazione precoce dei rischi e delle minacce, così da minimizzare l’impatto sui cittadini, oltre che migliorare l’integrazione tra le strutture di crisi presenti nel Continente. Le operazioni prevedranno più nello specifico il rafforzamento della cooperazione civile-militare, anche attraverso esercitazioni periodiche di preparazione da svolgersi in tutta l’Ue sotto il controllo Nato.
Una parte del nuovo piano Ue è riservata al rafforzamento dei servizi di analisi e intelligence a livello europeo. Viene nello specifico prevista la creazione di un Centro unico di analisi dell’intelligence dell’Ue che riceverà informazioni civili e militari dalle agenzie di spionaggio dei singoli Paesi, così da fornire ai cittadini indicazioni tempestive sui possibili pericoli e sui luoghi di sicurezza in caso di crisi. E ancora, c’è la proposta di coordinare a livello Ue tutte le riserve considerate strategiche di medicinali, materie prime essenziali, energia, cibo e acqua. Una pratica di protezione delle funzioni sociali essenziali europee, dunque, attraverso lo sviluppo di criteri di preparazione minimi per ospedali, scuole, trasporti, telecomunicazioni.
Infine viene previsto lo sviluppo di una maggiore collaborazione con i partner strategici, ovvero l’Alleanza Atlantica, su temi quali la mobilità militare, il clima, la sicurezza, le tecnologie emergenti, la cibernetica, lo spazio e l’industria della guerra spacciata per difesa. Insomma, l’Ue calpesta definitivamente i suoi principi fondativi, con buona pace del Manifesto di Ventotene. Allora, arriva il peggio?
Riferimenti:
https://commission.europa.eu/topics/preparedness_en?prefLang=it
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